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Conte a Beirut con gli aiuti italiani: “Con il nostro sostegno il Libano si rafforzerà”

09 de setembro de 2020 - Por Comunità Italiana
Conte a Beirut con gli aiuti italiani: “Con il nostro sostegno il Libano si rafforzerà”

Nell’agenda del presidente del Consiglio la visita al porto devastato dall’eplosione il 4 agosto scorso, l’incontro con il presidente Aoun e altre autorità libanesi

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conteè arrivato ieri notte in Libano per una breve visita, un segno di attenzione al paese devastato dall’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto scorso e tormentato da una crisi politica ed economica di dimensioni inedite.

In una intervista al quotidiano libanese L’Orient le jour, Conte ha anticipato i suoi messaggi alla popolazione libanese: “Il nostro sostegno al Libano non verrà meno: al contrario si rafforzerà, anche alla luce delle attuali circostanze, l’Italia ha fatto un investimento di lungo periodo sulla stabilità e sicurezza del Libano, attraverso una serie di strumenti che vanno da quello militare, con il nostro impegno in Unifil e nella missione Mibil, alla cooperazione allo sviluppo, ai rapporti culturali ed economici”.

Il premier italiano è il secondo leader europeo dopo Emanuel Macron ad arrivare a Beirut dopo il 4 agosto: la Francia ha un dovere particolare nei confronti del Libano, proprio quest’anno si celebra la fondazione di uno Stato che i francesi stessi “crearono” 100 anni fa dalla disgregazione dell’impero ottomano. L’Italia affianca Parigi, soprattutto perché mantiene la leadership dell’Unifil, il contingente di caschi blu dell’Onu che nel Sud del paese divide Israele da una regione popolata soprattutto dagli sciiti di Hezbollah. Nel 2006 Israele e Hezbollah combatterono per 33 giorni una guerra sanguinosa: da allora, grazie anche alla mediazione italiana del governo Prodi, la pace viene monitorata da un contingente Onu guidato dal generale italiano Stefano Del Col.

Tornando alle parole di Conte, il premier sostiene che il Libano “ha urgente bisogno di un governo che goda della fiducia della gente e con cui la comunità internazionale possa lavorare per la ricostruzione”. Questo è un riferimento chiaro ai mesi di proteste sociali con cui i cittadini libanesi hanno contestato la capacità della attuale classe politica a guidare il paese. “Mi auguro che l’attuale processo per la formazione di un nuovo gabinetto possa concludersi presto e che venga messo in atto un programma urgente di riforme per soddisfare le legittime aspirazioni del popolo libanese”, aggiunge il premier italiano.

In Libano l’Italia ha inviato dopo il 4 agosto due team della Protezione Civile per partecipare alle operazioni di ricerca e soccorso, coordinando l’invio di tre voli umanitari con oltre quindici tonnellate di materiale sanitario. Conte ha poi ricordato che il Ministero della Difesa ha organizzato l’”Operazione Cedri”, che ha schierato a Beirut un importante ospedale da campo e un distaccamento del Genio militare per concorrere alla rimozione delle macerie.

Nella sua intervista, il presidente del Consiglio ha anche difeso la missione Unifil delle Nazioni Unite, che da tempo è affidata al comando di un ufficiale italiano: “Il rinnovo del mandato Unifil è giunto al termine di un negoziato complesso. Siamo soddisfatti del risultato finale, che riteniamo equilibrato. Sono state infatti introdotte alcune modifiche che, come abbiamo sempre auspicato, non incidono sostanzialmente sul mandato della missione. In un momento di forti tensioni regionali, si conferma la necessità di mantenere l’efficacia operativa di Unifil per preservare la stabilità lungo la Linea Blu”.

 Come prima tappa del suo viaggio, Conte ha già il luogo dell’esplosione del 4 agosto al porto, poi la nave della Marina Militare San Giusto e l’ospedale da campo dell’Esercito italiano. In mattinata incontrerà poi il Presidente della Repubblica, il generale cristiano. Michel Aoun, alleato del movimento sciita Hezbollah. Poi vedrà il presidente dell’Assemblea Nazionale, lo scita Nabih Berri, capo dell’altro partito sciita “Amal”, e ancora vedrà il premier uscente, Hassan Diab, e il nuovo premier Mustafa Adib.

Uno dei principali problemi per la popolazione libanese in queste settimane è stato il fatto che tutti gli ospedali di Beirut erano già sopraffatti dall’emergenza coronavirus e soprattutto dalla crisi economica che ha messo in ginocchio le famiglie libanesi e le finanze dei vari ospedali.  In questo il sostegno dell’ospedale militare della Difesa italiana potrebbe essere di buon aiuto: il ministro della Difesa Lorenzo Guerini dall’inizio di agosto ha iniziato a seguire direttamente l’evoluzione della crisi, rafforzando la presenza di militari italiani che collaborano con le Forze armate libanesi e con le autorità civili. (la Repubblica)

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