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Veltroni rimette il mandato No dei vertici del Pd: «Resti»

17 de fevereiro de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}L'annuncio alla riunione dei big democratici, dopo la sconfitto di Soru. Rutelli: «Walter faccia partito nuovo»

 

ROMA – Walter Veltroni ha messo il suo mandato a disposizione, aprendo il coordinamento del partito dedicato alla sconfitta elettorale del centrosinistra in Sardegna. Secco il no del vertice del partito , che ha però respinto le dimissioni di Veltroni spiegando che non è in discussione la leadership. Guardando alla Sardegna, il Partito democratico è chiamato a fare i conti con un insuccesso pesante sia per il risultato in sé (il candidato del centrosinistra e governatore uscente Renato Soru è indietro di nove punti percentuali rispetto al candidato del Pdl Ugo Cappellacci) sia perché arriva dopo il voto in Abruzzo e in un momento di tensione interna.

RUTELLI – A spiegare la posizione dei vertici democratici rispetto al segretario è Francesco Rutelli, che in una nota inserita su Facebook assicura: «Non si torna indietro. L'esperienza di Margherita e DS è conclusa. Ora Veltroni faccia quello che non è riuscito a fare finora. Ha il pieno rinnovo della mia fiducia per fare un partito nuovo».

TRACCIARE LA ROTTA – Il vertice del Partito analizzerà ora il voto e cercherà di tracciare la rotta per i prossimi mesi. Alla riunione partecipano tra gli altri Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Rosy Bindi, Piero Fassino e i capigruppo di Camera e Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro.

DI PIETRO – Da parte sua intanto anche il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro tira le somme del voto in Sardegna, senza risparmiare una stilettata al partito democratico: noi dell'Italia dei valori, sostiene l'ex pm, siamo «l'unica opposizione» rimasta nelle istituzioni e nelle piazze, che ora vuole «costruire un'alternativa al modello di dittatura sudamericana che sta portando avanti Berlusconi». «L'Idv sale e il Partito democratico scende. Ciò dimostra che quando si sta all'opposizione si fa opposizione e non si "fa ammuina". Se il Pd non decide se essere maschio o femmina, finisce per non essere nessuno» afferma ancora Di Pietro , promettendo che il suo partito costruirà l'alternativa al «bavaglio all'informazione, al blocco della lotta alla criminalità, a un economia soltanto a favore dei ricchi» che vuole Berlusconi, per questo «si farà promotore di una coalizione che guarda alla società civile, per rispondere ai bisogni dei cittadini senza essere etichettata ideologicamente. L'Idv farà la battaglia per la legalità, per la difesa delle fasce sociali più deboli e la tutela del lavoro».

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CACCIARI – «La Sardegna non è fuori dal mondo, il vento è quello. Questo risultato così importante non me l'aspettavo, francamente, ma anche dopo la mia breve visita in Sardegna qualche mese fa prevedevo che Soru non ce l'avrebbe fatta». Questo il commento dell'esito delle regionali in Sardegna di Massimo Cacciari, sindaco di Venezia ed esponente del Pd. «In parte le ragioni derivano anche dalla situazione locale – ha detto Cacciari al quotidiano online Affaritaliani.it – ma è un vento nazionale che spira in questo Paese. E il Partito Democratico non è in grado di tenerlo». Quanto ai bilanci e, in particolare all''interrogativo sulle responsabilità della sconfitta, per Cacciari non sono da attribuire né a Soru né a Veltroni. «È il Pd nel suo insieme che non va. Tutta la leadership del partito in questi mesi si sta dimostrando non all'altezza della situazione», ha detto il il sindaco di Venezia bocciando anche l'ipotesi che Veltroni alla luce del risultato si debba dimettere. «No – dice – per delle elezioni di carattere regionale o locale un segretario non si è mai dimesso. Ma certamente è necessario che Veltroni ripensi radicalmente il suo ruolo e l'impostazione che finora ha assunto il Partito Democratico. Però l'avrei detto anche se Soru avesse vinto di misura».
 
Fonte: www.corriere.it 

 

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