{mosimage}L'Airbus 330 sarebbe stato in balia di variazioni di quota incredibili e avrebbe subito una forte depressurizzazione
In attesa di recuperare i resti dell'Airbus 330 e le sue scatole nere, questi dati sono al momento i più preziosi. Ma ancora non svelano il mistero. «Può essere successo di tutto a bordo di quel volo», spiega Arturo Radini, ex comandante ed esperto di investigazione aeronautica. «Di sicuro i due indicatori sono compatibili con il fatto che il volo è entrato in un'area di fortissima turbolenza». Primo: «Le variazioni anomale del variometro possono essere state causate da violente variazioni di correnti ascendenti e discendenti, tipiche di quest'area». Secondo: «I problemi di depressurizzazione possono essere stati causati da più fattori: l'avaria al sistema elettrico di cui ha parlato Air France potrebbe aver mandato in tilt anche quello di pressurizzazione; oppure la forte turbolenza potrebbe aver procurato un buco, un cedimento strutturale, la perdita di un portellone, è già successo». Oltre all'ingovernabilità dell'aereo.
Le immagini satellitari relative all'orario della scomparsa indicano che numerosi cumuli nembi torreggianti (le nubi temporalesche) si stavano sviluppando verticalmente fino ad almeno 51.000 piedi di quota ed erano nascosti in un'ampia stratificazione nuvolosa. «Ricostruendo il probabile percorso dell'aereo dall'ultima posizione comunicata in frequenza dall'equipaggio e sovrapponendolo con la situazione meteo, risulta che l'Airbus è stato per parecchio tempo all'interno di un vasto campo di cumuli nembi», afferma Flavio Sordi comandante ed esperto di sicurezza del volo. «Generalmente il sorvolo delle aree temporalesche, mantenendo un'adeguata separazione, non è pericoloso. Ma se si entra nell'area temporalesca attiva i fenomeni sono violentissimi». Chicchi di grandine grandi anche come un pugno, correnti verticali che viaggiano a oltre 200 chilometri l'ora. Ci sono poi le correnti a getto, all'estremità della troposfera, che corrono a più di 100 chilometri l'ora. E un fulmine: potrebbe aver causato un cedimento strutturale? «Assolutamente no — dice Radini —. Ma potrebbe essere una concausa». Anche perché quella della saetta, insieme all'attraversamento di un forte fronte temporalesco, è stata la prima ipotesi avanzata da Air France.