{mosimage}Il gip dispone l'arresto di Luigi Campise, condannato a 30 anni e scarcerato per decorrenza dei termini
COMUNICATO – La notizia del nuovo arresto di Campise è stata diffusa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro con un comunicato a firma del procuratore vicario, Salvatore Murone. «Su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro – si afferma nel comunicato – il gip del tribunale ordinario di Catanzaro, in data odierna, ha ripristinato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi Campise, imputato dell'omicidio di Barbara Bellorofonte, il quale con sentenza di primo grado era stato condannato alla pena di 30 anni di reclusione. La misura è già stata eseguita dai carabinieri di Soverato». «Il ripristino della custodia cautelare in carcere – prosegue il comunicato della Procura di Catanzaro – era stato chiesto dal magistrato competente in concomitanza con la scarcerazione di Campise disposta nell'ambito di altro procedimento»
LA LETTERA – Nei giorni scorsi il padre della vittima, Giuseppe Bellorofonte, aveva scritto una lettera al Corriere della Sera: «Ignoro i motivi che hanno indotto la giustizia italiana a liberare l'omicida – scriveva l'uomo – ma quello che mi chiedo da padre, da cittadino, da uomo è se è giusto tutto questo!». E dopo la notizia del nuovo arresto, Giuseppe Bellorofonte è tornato a parlare al Tg1: «È giusto che il giovane che ha ucciso mia figlia ritorni in carcere, perché se lui ha sbagliato deve pagare e deve rimanere in carcere e non fuori». Il padre di Barbara, poi, tra le lacrime, ha ricordato la figlia: «Una ragazza dolcissima, bella, solare. Era tutto per noi ed adesso non c'è più. Ora noi genitori andiamo a trovarla al cimitero. Il suo fidanzato diceva che l'amava, che era geloso. Ma uno che ama non spara alla persona amata in testa. Così ha distrutto la nostra famiglia».