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Terremoto in Abruzzo: oltre 150 morti I feriti sono 1.500, 70 mila gli sfollati

07 de abril de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Sisma di 5,8 gradi Richter alle 3,32 di lunedì. Nuova scossa di 4,5 gradi all'1.15 del giorno dopo

 

L'AQUILA Più di centocinquanta morti e circa duecentocinquanta i dispersi: questo il bilancio ancora provvisorio (diffuso da fonti ospedaliere) del terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito l'Abruzzo. Anche la Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via ritoccare quello che assomiglia sempre di più a un bollettino di guerra, ha confermato queste stime. Al termine della giornata di lunedì erano 100 le persone estratte vive dalle macerie degli edifici, mentre i morti identificati sono 98, secondo fonti dei soccorritori. Le prime notizie, all'alba, parlavano di una quindicina di persone decedute. Ma è stato subito chiaro che il numero era destinato a crescere con il passare delle ore e con la rimozione delle macerie sotto cui sono rimaste sepolte centinaia di persone sorprese nel sonno.

SCOSSA NELLA NOTTE – La scossa principale, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrata attorno alle 3,30. L'epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall'Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d'Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti sono circa 1.500 e si calcola che siano almeno 70 mila gli sfollati, intere famiglie costrette ad allontanarsi dalle proprie abitazioni. Una prima stima parla di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione. Franco Barberi, presidente onorario della Commissione nazionale grandi rischi, fa sapere che nei prossimi mesi «è poco probabile che si verifichino scosse di grande energia, ma non lo possiamo escludere». Dopo quella devastante della notte, ha aggiunto Barberi, «si sono registrate circa 200 repliche, la maggior parte di piccola magnitudo».

L'ULTIMA SCOSSA – Per tutta la giornata di lunedì sono state oltre duecento le scosse susseguitesi nell'Aquilano. Alle 23.57, come ha resto noto il dipartimento della Protezione Civile, se ne è registrata una di magnitudo 3,8 della scala Richter con epicentro nei comuni dell'Aquila, Pizzoli, Barreto e Scoppitto. La scossa è stata nettamente avvertita dalla popolazione e dagli stessi soccorritori, impegnati a scavare tra le macerie. E ancora una forte scossa sismica, di magnitudo 4,5, è stata registrata alle 01,15 di martedì dalla strumentazione dell'Ingv e della Sala Situazione Italia della Protezione Civile.

STATO DI EMERGENZA – Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha firmato lo stato d'emergenza (mobilitando esercito, aeronautica e carabinieri) e ha affidato la gestione a Guido Bertolaso, ha annullato la prevista visita ufficiale a Mosca e si è subito recato all'Aquila insieme ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il capo della Protezione civile, che è giunto in Abruzzo nelle prime ore dopo il sisma, ha parlato di una «situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millenio». Dopo l'arrivo all'Aquila, Berlusconi ha tenuto una prima conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. «In volo ho visto che dovunque c'è un crollo, c'è qualcuno che aiuta. Nessuno sarà lasciato solo», ha detto il presidente del Consiglio, annunciando tra l'altro l'immediato stanziamento di fondi per fare fronte all'emergenza.

IL PAPA E IL PRESIDENTE – Sia Benedetto XVI sia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno inviato messaggi di solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto. E lo stesso hanno fatto i capi di Stato e di governo delle altre nazioni. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo ed è stata riportata in apertura da tutti i principali siti di informazione internazionali. Velocissimi anche i messaggi e le testimonianze giunti via web.

«IMPOSSIBILE PREVENIRE» Il terremoto è avvenuto alle 3,32 di lunedì notte alla profondità di 8,8 km. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, ha dichiarato che un sisma di 5,8 gradi Richter è considerato «moderato, con un'intensità 30 volte inferiore a quella che nel 1980 devastò l'Irpinia». L'Abruzzo, che è situato in una delle zone a maggiore rischio sismico della penisola, è interessato da uno sciame di terremoti iniziato lo scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani, poi indagato per procurato allarme.

CENTRI URBANI DEVASTATI– Centinaia gli edifici crollati completamente o in parte, migliaia quelli lesionati e inagibili. «Il centro storico di L'Aquila è devastato, e anche le case nuove ci vorrà tempo per controllare tutti gli edifici. Quasi tutta la città è inagibile», ha detto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Gli sfollati potrebbero essere 45-50 mila solo all'Aquila, e altrettanti in provincia. I soccorsi sono resi difficili dalle continue scosse di assestamento che rischiano di far crollare gli edifici danneggiati e dal fatto che la prefettura, dalla quale si dovevano coordinare i soccorsi, è interamente distrutta. Anche la sede della provincia e altri uffici regionali sono pesantemente compromessi. Il sindaco dell'Aquila ha invitato i cittadini «a lasciare immediatamente il centro storico, perché anche le case non crollate possono essere gravemente lesionate». Uno degli edifici maggiormente danneggiati del capoluogo era stato la Casa dello studente: si temeva che vi fossero molte vittime, invece nel pomeriggio è arrivata la notizia che sei ragazzi sono stati estratti vivi dalle macerie della palazzina.

GLI ALTRI COMUNI – Anche dai paesi vicini al capoluogo arrivano notizie di vittime e danni ingenti. Una delle situazioni più drammatiche è a Onna, dove il 50% delle case è crollato e l'altro 50% è danneggiato. Il presidente della provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha dichiarato che a Onna ci sono venti morti accertati e almeno 40 persone sotto le macerie. «Onna è un paese di anziani – ha detto Pezzopane -. Se non arrivano i figli a dire chi è scomparso, magari nemmeno lo si viene a sapere». A Fossa ci sono 4 morti: un bambino russo di 3 anni e tre anziani. A Paganica è deceduta la badessa del convento di Santa Chiara ed è in allestimento un campo per 2 mila persone. A Villa S.Angelo si registrano otto vittime e nove dispersi. Diversi edifici lesionati anche a Sulmona e a Castel di Sangro, dove però non risultano feriti. Inagibile il tribunale di Avezzano. Secondo la Protezione civile, oltre a L’Aquila, i Comuni più colpiti dal sisma sono: San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo, Paganica, Fossa, Villa Sant’Angelo (90% degli edifici crollati), San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. Particolarmente colpito il patrimonio artistico e storico dell'Abruzzo.

LA MACCHINA DEI SOCCORSI – Già alle prime luci dell'alba la situazione nel capoluogo si è presentata drammatica. A metà mattinata c'erano ancora cadaveri estratti dalle macerie e adagiati in terra coperti da un lenzuolo. Per le strade vagavano centinaia di persone in stato di choc, molte con coperte sulle spalle, altre ancora in pigiama. La Protezione civile ha diramato nel primo pomeriggio la lista dei luoghi dove i senzatetto possono recarsi: caserma Rossi, gli stadi Fattori e Acquasanta, al campo sportivo di Centicolella e in piazza d'Armi, dove si stanno allestendo le tendopoli. Ma le persone uscite in strada in quanto temevano crolli per le scosse di assestamento se fossero restate nei loro edifici lesionati, hanno nelle prime ore ostacolato la gestione organizzata dei soccorsi. All'ospedale (rimasto senza acqua potabile e dichiarato inagibile al 90%) si sono effettuati i primi interventi in piena emergenza. Un ospedale da campo è in arrivo dalle Marche. I feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero in altri ospedali abruzzesi, a Rieti e a Roma. Maroni ha annunciato che sono in arrivo all'Aquila 1.500 vigili del fuoco, cento poliziotti e cento carabinieri da varie parti d'Italia.

SFOLLATI E FERITI – Per gli sfollati sono state allestite 13 aree attrezzate e ci sono a disposizione 15.000 posti negli hotel sulla costa abruzzese e 5.000 posti nelle tendopoli. Ripari di fortuna sono stati realizzati grazie anche alle carrozze con cuccette messe a disposizione da Trenitalia. Sono stati distribuiti 25.000 pasti caldi. I pullman messi a disposizione per trasferire le persone negli alberghi sono stati però poco utilizzati, tanto che nella tarda serata di lunedì ne sono partiti non più di dieci da tutti i comuni colpiti. Maroni ha assicurato che «gli sfollati saranno tutti sistemati in tempi rapidi».
Il ministro dell'Interno ha poi spiegato che non ci sono problemi per i feriti: «I posti sono sufficienti, quelli gravi sono stati già evacuati». In serata, a complicare ulteriormente la situazione per quanti sono costretti a dormire fuori casa, è arrivata pure la pioggia in diverse zone della regione. La Protezione civile, insieme ai volontari della Croce Rossa e con le Forze dell’ordine, è riuscita al momento a mettere sotto le tende del Ministero dell’Interno – sette posti per struttura – tutti i feriti, gli anziani non autosufficienti e i bambini. E’ alto il rischio, vedendo le file, del maggiore accampamento dell’Aquila, che ci possa essere una insufficienza di tende per tutti gli sfollati. Intorno alle 20 le tendopoli in fase di costruzione erano quattro, due alle porte dell’Aquila, nella piana, una in piazza del Duomo allestita dall’esercito, e un’altra appena fuori città. Il buio ha rallentato di molto, se non completamente paralizzato, i tentativi di salvataggio dei dispersi sotto le macerie. La situazione è drammatica.

DANNI IN ALTRE ZONE – Crolli di cornicioni e lesioni vengono segnalati anche in provincia di Pescara, ma non si evidenziano feriti. Una palazzina con gravi lesioni è stata evacuata a Sora, in provincia di Frosinone. Danni anche in alcuni centri della provincia di Rieti. Un ferito a Palena, in provincia di Chieti, dove un uomo si è lanciato per la paura dal terzo piano.

EDIFICI PUBBLICI E COLLEGAMENTI – La rete della telefonia mobile e fissa nelle zone colpite dal terremoto è stata rimessa in funzione. L'80% delle 15 mila utenze di energia elettrica saltate è stata ripristinata già entro le 9. Le linee ferroviarie principali sono tutte operative, mentre sono in atto gli accertamenti sulle linee regionali. In corso verifiche sui tratti autostradali, alcuni dei quali sono stati chiusi. In corso lavori di riparazione sugli acquedotti nel Teramano e a Pescara. Chiuse le scuole: «Prima di riaprirle faremo molti accertamenti», ha detto il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Le carceri hanno invece «complessivamente tenuto», ha dichiarato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

OFFERTE DI AIUTO – Oltre che da tutte le regioni italiane, offerte di aiuto sono arrivate da molti Paesi e dalla Commissione europea. «In questo momento possiamo dire che la macchina italiana è perfettamente in grado di far fronte alle esigenze», ha detto Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile. «Se nel corso delle operazioni dovessimo avere problemi, i nostri amici sarebbero pronti a intervenire». Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante italiano presso l'Ue, ha dichiarato che Roma ha chiesto l'intervento del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi naturali.

ARRESTI PER SCIACALLAGGIO – Infine si registrano anche i primi arresti per sciacallaggio all'Aquila, annunciati dal capo della polizia, Antonio Manganelli: «Ho appena visto arrivare nella tendopoli adibita a questura degli arrestati che sono stati sorpresi mentre rubavano nelle case che erano state lasciate vuote».

Fonte: www.corriere.it 

 

 

 

 

 

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