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Sentenza Sandri, violenze nella notte Il padre: “Stato assassino. Mi deve giustizia”

15 de julho de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Parla Spaccarotella: "Sono un cretino non un Rambo"

 

ROMA – "Chiederò spiegazioni ai ministri Maroni e Alfano e al capo della polizia Manganelli. Mio figlio è stato assassinato dallo Stato e ora lo Stato mi deve giustizia". Lo ha detto il padre di Gabriele Sandri, il tifoso ucciso l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio Badia al Pino. La definisce "una vergogna per l'Italia" la sentenza che ieri ha condannato a sei anni l'agente Luigi Spaccarotella per omicidio colposo.

"Ragazzi, state calmi". Mentre a Ponte Milvio, nella capitale, gruppi di ultras protestavano contro la polizia, il padre di Gabriele è intervenuto alla trasmissione radiofonica Talk Radio – Voci nella notte. "E' una vergogna – ha ribadito – come per l'omicidio Aldovrandi a Ferrara, non c'è giustizia. Adesso però è il momento di stare calmi, non dobbiamo offrire il fianco passando dalla parte del torto. Dico a tutti i ragazzi di stare calmi. Capisco la rabbia ma bisogna mantenere la calma"".

"Penso ad una grande manifestazione". Giorgio Sandri ha ringraziato il sindaco Gianni Alemanno "per la sua dichiarazione di solidarietà e sdegno" e si è augurato "che tale dichiarazione arrivi anche dai ministri Maroni e Alfano. Comunque – ha aggiunto – penso a una grande manifestazione, magari con un milione di persone, con la quale esprimere civilmente lo sdegno per questa sentenza ingiusta".
Firme a Napolitano per rivedere la sentenza. Nel frattempo, i genitori dell'ex tifoso laziale pensano ad "una raccolta di firme in tutta Italia da portare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinchè sia rivista la sentenza. Finora abbiamo avuto solo pacche sulle spalle dallo Stato, ricorreremo in appello ma non credo più nella giustizia", ha detto Giorgio Sandri.

Parla Spaccarotella. L'agente ha concesso un'intervista al settimanale "Visto". "Sono un cretino, non un Rambo. Sono solo una persona che ha creduto di fare il suo dovere. Non ho mai preso la mira, lo ripeterò sempre. Non sono un pazzo che rischia di colpire un'auto di passaggio: c'era un'autostrada di mezzo. I giornali mi avevano già condannato: in questo paese no c'è giustizia. Sono i prepotenti, i forti, quelli che sanno parlare bene, sanno raccontarti e rigirarti, ad avere la meglio. Non gli ignoranti morti di fame come me. Le persone oneste che hanno rispettato le leggi – sostiene – non valgono niente. Antipatica la mia voce, il mio accento meridionale e anche il mio cognome, Spaccarotella. Tutti hanno visto in me l'uomo forte che 'spacca', che uccide. Invece io sono un padre, un marito e un figlio".

I sindacati di polizia criticano Sandri. "Possiamo capire l'amarezza di Giorgio Sandri, ma certe parole istigano all'odio" scrive il un comunicato il sindacato di polizia Consap. E il Coisp: "Con le sue dichiarazioni, rischia di aizzare una folla che in certi momenti rimane preda dell'istinto e mai della ragione".

Scontri nella notte. Intanto a esprimere sdegno e rabbia, con momenti di tensione, sono state nella notte alcune decine di ultrà, che si erano radunati a piazzale Ponte Milvio e hanno lanciato sassi e bottiglie contro un contingente della polizia che passava in quel momento. Lo stesso gruppo, poco dopo, ha lanciato alcuni petardi e altri sassi contro la stazione dei carabinieri di Ponte Milvio, a poca distanza dal piazzale.

Due arrestati. Uno dei petardi ha danneggiato un'auto e una moto parcheggiate davanti alla caserma. Due persone, di 28 e 23 anni, sono state arrestate con l'accusa di danneggiamento e resistenza: nelle loro abitazioni sono state trovate bandiere delle SS e con il ritratto di Mussolini, mazze e passamontagna. In mattinata, i carabinieri hanno eseguito numerose perquisizioni in case di ultrà della Lazio e in alcune sedi dei gruppi delle tifoserie biancocelesti, per identificare altri responsabili dei disordini della notte.

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