{mosimage}La pattuglia acrobatica firmerà la performance con i colori della bandiera italiana. «Altrimenti non voliamo»
«L'OMAGGIO DEGLI ITALIANI» – Intanto, la città è blindata e pronta per i festeggiamenti A ogni angolo di strada e sulle facciate degli edifici sul lungomare ci sono luminarie, bandiere e maxi-affissioni che celebrano ’Al Fatah’, «la conquista» del primo settembre di quarant’anni fa. Il colonnello ha voluto fare le cose in grande. A partire dalle 16, secondo il programma ufficiale, sfileranno schieramenti di fanteria e della marina, nuclei di sommozzatori, mezzi corazzati terrestri e cingolati. Alla parata saranno presenti i leader dell’Unione Africana, tra cui il presidente sudanese Omar al-Bashir e altri capi di Stato come il venezuelano Hugo Chavez. In questo contesto, l’esibizione delle Frecce – insieme agli aerei militari di altri paesi come Francia, Portogallo e Serbia – assumerà, nell’ottica libica, un forte significato simbolico. Lo stesso Gheddafi lo ha sottolineato, domenica, nell’incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il Giorno dell’amicizia italo-libica (come riporta l’agenzia Jana): «I piloti italiani che in passato venivano a bombardare la città di Tripoli – ha osservato il colonnello – oggi vengono a congratularsi con il popolo libico per i 40 anni della Rivoluzione».
LA «DIPLOMAZIA COMMERCIALE» – Berlusconi, che ha lasciato la Libia nella tarda serata di domenica e oggi non sarà presente alle celebrazioni, era tornato sull’importanza della visita a Tripoli in un’intervista a Giornale, replicando alle polemiche dell’opposizione: «Sono critiche come sempre fuori luogo – ha affermato il premier – E arrivano da chi è stato amico dell’Unione Sovietica e della Cina comunista ed è ancora amico di Fidel Castro». Berlusconi ha parlato poi di «risultati straordinari» della «nostra diplomazia commerciale» e cita l’autostrada (di 1.700 chilometri, ndr) che collegherà Egitto e Tunisia, affidata a imprese italiane «mentre l’Ansaldo Breda fornirà la parte tecnica dei treni ad alta velocità che serviranno tutte le più importanti città libiche».
EUROPA ASSENTE – Alla cerimonia di Tripoli non ci saranno nemmeno gli altri leader europei, che hanno preferito tenersi alla larga dopo la scarcerazione per motivi umanitari, la scorsa settimana, da parte delle autorità scozzesi di Al Megrahi, l’ex agente dei serivizi libici condannato all’ergastolo per l’attentato di Lockerbie del 1988, costato la vita a 270 persone. L’accoglienza riservata da centinaia di libici a Megrahi, malato terminale di cancro alla prostata (l’uomo è stato ricoverato ieri sera, e stando a fonti libiche sarebbe in fin di vita), dopo il rientro in patria ha scatenato cori di disapprovazione nella comunità internazionale. Il governo inglese aveva espresso la sua indignazione e Gordon Brown aveva avvertito Tripoli che l’eventuale presenza, poi smentita, di Al Megrahi alle celebrazioni in onore di Gheddafi avrebbe provocato un incidente diplomatico. Ora la Libia tenta di ricucire. E’ di oggi la notizia, riportata dall’Independent, che Tripoli potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell’Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Un accordo nel merito, però, non sarebbe ancora stato raggiunto.