{mosimage}Sergei Protazanov è stato brutalmente pestato ed è morto per le ferite
MOSCA – Un giornalista d'opposizione è morto a Mosca in seguito a un'aggressione subita nella notte tra domenica e lunedì. E ieri sera, sempre a Mosca, è stato aggredito un dirigente di un'organizzazione per la tutela dei diritti umani.
Il giornalista ucciso. Sergei Protazanov, 40 anni, lavorava per Grazhdanskoe Soglasie (Consenso civile), un quotidiano d'opposizione di Khimki, alle porte di Mosca. A quanto pare il giornale stava per pubblicare una sua inchiesta sui brogli nelle elezioni per il sindaco del primo marzo. Protazanov era invalido, aveva una protesi alla mano destra e dunque non era in grado di reagire all'aggressione, ha riferito Oleg Mitvol, numero due del servizio per il controllo dell'ambiente.
Qualche ora dopo l'aggressione, la moglie del reporter "ha ricevuto una telefonata sul suo cellulare – ha raccontato Mitvol – Uno sconosciuto le ha dato l'indirizzo dove si trovava il marito. Lei lo ha portato in ospedale e dopo il check up, le hanno detto che era tutto a posto. Ma Protazanov una volta a casa è morto". Secondo le autorità locali, invece, l'uomo è morto per aver ingerito una dose eccessiva di sostanze stupefacenti, rinvenute in grande quantità nella casa del giornalista. In ogni caso è stata disposta l'autopsia. La pubblicazione del giornale è stata sospesa.
In passato altri collaboratori di giornali locali di opposizione erano stati picchiati. Il caso più grave è quello di Mikhail Beketov, direttore del quotidiano Khimkinskaia Pravda (la Verità di Khimki), brutalmente percosso a metà novembre: per un periodo è stato in coma, i medici gli hanno dovuto amputare una gamba ed è tuttora ricoverato in ospedale, dove ha continuato a ricevere minacce. L'avvocato di Beketov era Stanislav Markelov, il difensore delle cause cecene ucciso a Mosca a gennaio insieme alla giornalista Anastasia Baburova. Intanto anche un'altra pubblicazione dell'opposizione, Grazhdanskij Forum, ha chiuso, dopo che il suo direttore è stato pestato.
L'attivista per i diritti umani. Ieri sera un altro episodio ha suscitato preoccupazione e sdegno negli ambienti dell'opposizione russa. Lev Ponomariov, dirigente della Ong "Per i diritti umani", è stato aggredito da sconosciuti che l'hanno avvicinato con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l'auto per rincasare. Ricoverato in ospedale, è stato sottoposto a esami clinici e oggi è stato dimesso. Le sue condizioni non sono gravi.
La figlia di Ponomariov, l'avvocato Elena Liptser, ha riferito che al padre erano stati portati via due cellulari, uno dei quali è stato danneggiato sotto i suoi occhi. Ma soprattutto ha avanzato dei dubbi sul movente dell'aggressione: "E' evidente che non si è trattato di una rapina, ma non sappiamo a chi collegare concretamente questo episodio". Ponomariov è sempre stato molto critico nei confronti del potere. In passato aveva collaborato anche con l'avvocato Markelov.
Fonte: www.repubblica.it