{mosimage} Il presidente Usa fa il punto sulla crisi: "Barlumi di speranza, anche se non siamo fuori pericolo"
E cita la parabola della casa sulla roccia: "L'economia dev'essere ricostruita su basi solide"
WASHINGTON – Qualche spiraglio di luce nel tunnel della crisi economica c'è. Parola di Barack Obama, che oggi ha ammesso che i segnali di ripresa "sono i benvenuti e sono incoraggianti, anche se questo non vuol dire che i tempi duri siano passati". Tutt'altro. L'anno in corso, ha ammonito il presidente degli Stati Uniti, continuerà ad essere un anno difficile per l'economia americana. "La severità di questa recessione causerà ulteriori perdite di posti di lavoro, ulteriori pignoramenti, ulteriori dolori", ma si incominciano a intravvedere barlumi di speranza.
Un incoraggiamento, quello espresso dal presidente americano nel suo aggiornamento sullo stato dell'economia alla Georgetown University di Washington, ma saldamente ancorato alla realtà, non certo rosea. Tanto che subito prima delle sue parole, Wall Street ha registrato un nuovo tonfo.
"Voglio darvi un aggiornamento sui progressi che abbiamo compiuto ed essere onesto sulle trappole che potremo incontrare davanti a noi", ha detto Obama. "Ma nel punto in cui ci troviamo, per la prima volta possiamo iniziare a vedere barlumi di speranza", ha aggiunto, ripetendo una frase che ha usato più volte negli ultimi giorni.
Il presidente ha ricordato come "abbiamo risposto alla crisi dell'economia con azioni senza precedenti", elencando i passi principali mossi dal suo governo per affrontare la crisi peggiore degli ultimi decenni, ereditata dal suo predecessore George W. Bush. Azioni, che stanno iniziando a generare segnali di progresso economico, assicura Obama.
Di fronte alle grandi sfide, ricorda il presidente, occorre pazienza. Ma non bisogna ignorare che l'attuale recessione è stata causata "dall'irresponsabilità, da scelte sbagliate", e che ora occorrono regole "più dure per Wall Street", dove il sistema finanziario è ormai "governato da regole datate".
Obama ha anche citato la parabola della casa sulla roccia e sulla sabbia, evidenziando che l'economia americana va ricostruita come la casa sulla roccia: "non finiremo in un anno ma se usiamo questo momento per gettare nuove fondamenta e se lavoriamo insieme duramente, non ho dubbi che la casa resisterà e che il sogno dei fondatori si realizzerà".
Rimane lo spettro del deficit a lungo termine, uno dei maggiori problemi all'orizzonte, per Obama. Che continua: l'amministrazione "non ha avuto scelta: si è trovata ad attaccare la crisi su tutti i fronti".
Il presidente ha assicurato che verrà fatto il necessario per garantire il libero flusso del credito e che il governo si muoverà per fornire gli aiuti necessari alle banche per ripulire i loro bilanci. Ed è tornato a parlare della necessità di avviare una riforma del sistema sanitario: "Un milione e mezzo di persone potrebbero perdere le loro case a causa dei costi sanitari", ha detto, aggiungendo che "non possiamo permettere che i costi dell'assistenza sanitaria strangolino la nostra economia".
Obama ha anche parlato del settore auto e del salvataggio del colosso Aig: "Il processo di ristrutturazione di Aig e delle case automobilistiche richiederà scelte difficili e in qualche caso impopolari", ha detto. Sul caso Aig, Obama non ha nascosto la sua irritazione: "Nessuno è stato più frustrato di me" nel salvare Aig, "Posso assicurarvelo", ha detto. Ribadendo, però, che non c'era altra soluzione. Mentre per quel che riguarda Chrysler, il presidente si augura che nelle prossime settimane "trovi un partner di business" per la sopravvivenza "e che General Motors sviluppi un piano che le consenta di tornare redditizia".
Fonte: www.repubblica.it
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