Lorenzato (Lega): Casa D’Italia Juiz de Fora Scippata alla collettività/l’interrogazione a Di Maio

Di Maio batta un colpo. La Casa d’Italia, nello stato federato del Minas Gerais in Brasile, sta per essere scippata alla comunità italo-brasiliana. A fine ottobre sarà messa all’asta sulla base di circostanze tuttora poco chiare. Le uniche certezze, finora, sono la volontà di qualcuno di procedere allo sgombero dello stabile entro trenta giorni ed il silenzio del governo Conte su questa vergogna”. È quanto dichiara Luis Roberto Lorenzato, deputato italo-brasiliano eletto con la Lega in Sud America, che insieme ai colleghi di partito membri della commissione Esteri ha presentato una interrogazione al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Al Governo, spiega Lorenzato, chiediamo “di intervenire subito a tutela di un monumento storico della comunità italo-brasiliana locale, mettendo casomai in campo una strategia alternativa per valorizzare l’immobile. Tra gli italiani residenti nel Minas Gerais c’è viva preoccupazione per la sorte di uno dei simboli culturali che legano la patria d’origine con il Brasile, ma anche sconcerto ed incredulità per la disparità di trattamento vista l’entità dei contributi garantiti ad altre istituzioni – come per esempio il Teatro Coliseo in Argentina, che invece percepisce stanziamenti cospicui – in base a chissà quali logiche”.
L’interrogazione
“Il 29 settembre 2020 l’associazione italo-brasiliana San Francesco di Paola ha ricevuto dalle autorità consolari italiane di Belo Horizonte una notifica extragiudiziale recante l’ingiunzione a sgomberare entro trenta giorni la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora, nello Stato federato del Minas Gerais, costruita 81 anni fa dalla comunità italo-brasiliana locale;
stando a quanto è stato reso noto attraverso il sito internet del consolato italiano di Belo Horizonte, la «Casa d’Italia» di Juiz de Fora, nel Minas Gerais, attualmente gestita e manutenuta proprio dall’associazione italo-brasiliana San Francesco di Paola, sarà messa all’asta;
per scongiurare chiusura e vendita della Casa d’Italia, il presidente dell’associazione italo-brasiliana San Francesco di Paola, Paulo Monteiro de Barros, ha chiesto con lettera anche l’interessamento del Ministro degli affari esteri della Repubblica federale del Brasile, Ernesto Araujo;
i motivi della decisione non sono chiari, mentre è certo l’effetto controproducente che avrà sullo stato d’animo degli italiani residenti nel Minas Gerais e in tutto il Brasile questa manifestazione di disinteresse del Governo per il mantenimento dei legami culturali tra gli italo-brasiliani e la loro antica madrepatria;
costituisce una potenziale aggravante la circostanza che ai vertici del Minas Gerais si trovi attualmente proprio un italo-brasiliano;
sarebbe invece stato possibile immaginare un progetto di valorizzazione dell’immobile, allo scopo di farne un centro di irradiazione della cultura italiana e di promozione del «Made in Italy»;
la scelta appare ancor più sconcertante alla luce dell’entità dei contributi garantiti ad altre istituzioni, si pensi al Teatro Colosseo, situato in Argentina, percettore di stanziamenti cospicui –:
si chiede di sapere quali ragioni abbiano indotto le autorità consolari italiane alla decisione di richiedere la restituzione dell’immobile in cui ha sede la “Casa d’Italia” di Juiz de Fora ed in particolare se siano o meno state valutate le conseguenze negative di questa scelta sul mantenimento dei legami culturali tra gli italo-brasiliani del Minas Gerais e la loro antica madrepatria;
quali circostanze impediscano al Governo di immaginare una prospettiva differente, in particolare se intenda rinunciare alla procedura di sfratto e alla messa all’asta della Casa d’Italia, per disporne invece la valorizzazione e trasformazione in un polo di promozione del made in Italy”. (aise)