{mosimage}Ordinata la riapertura del processo contro del gruppo di ceceni accusati di aver ucciso la giornalista "scomoda", che non piaceva al governo e al presidente russi
La Corte dunque ha accolto il ricorso della procura, presentato dopo che lo scorso febbraio una corte militare integrata da giudici popolari aveva assolto gli imputati imputati dell'omicidio – tutti ceceni – della giornalista, uccisa nell'ascensore della sua abitazione a Mosca.
Nel febbraio di quest'anno, la giuria aveva ritenuto non provate le responsabilità degli imputati. Si tratta dell'ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; dei fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti 'pedinatori' della giornalista. Al quarto imputato, l'ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori insieme allo stesso Khadzhkurbanov: abuso d'ufficio ed estorsione. Riaguzov, in particolare, avrebbe fornito l'indirizzo della Politkovskaia (trovata morta nell'atrio della sua abitazione) al gruppo ceceno.
La decisione della giuria aveva provocato lo sdegno e la delusione dei colleghi della giornalista, famosa per le sue critiche aperte all'allora presidente Vladimir Putin e per le sue denunce della violazione dei diritti umani nel conflitto ceceno. "Fin dall'inizio sarei stato d'accordo con qualsiasi decisione dei giurati, che apparivano persone molto preparate e serie – aveva dichiarato Dmitri Muratov, direttore di Novaia Gazeta, il giornale per cui lavorava Politkovskaia – Ma devo dire che il caso non sarà chiuso, e che la principale inchiesta è ancora in corso".