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Gas, Et e tipping points: le parole di Copenaghen

30 de novembro de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Fino al 18 dicembre la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici. Ecco la nostra guida

 

Dall'7 al 18 dicembre si riunisce a Copenaghen la 15esima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Nella capitale danese sono attese migliaia di persone tra delegati, giornalisti e rappresentanti di diverse organizzazioni e associazioni. A differenza delle edizioni passate, questa volta hanno annunciato la loro presenza anche numerosi premier e capi di Stato.

Se manterranno le promesse della vigilia, nei giorni decisivi del vertici saranno a Copenaghen il presidente statunitense Barack Obama, il premier cinese Wen Jibao, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico Gordon Brown, il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva e molti altri leader. Una mobilitazione che al di là di quelli che saranno i risultati finali, dà il segno dell'importanza della posta in gioco.

La Conferenza è chiamata infatti a negoziare un nuovo trattato per impegnare l'intera comunità internazionale ad assumere misure in grado di fermare il riscaldamento globale. L'accordo dovrà sostituirisi al Protocollo di Kyoto, il primo timido tentativo fatto in ambito Onu per contrastare i cambiamenti climatici, in scadenza nel 2012.

L'ambizione più alta è il raggiungimento di un'intesa che rafforzi gli obiettivi di Kyoto e li estenda a un periodo temporale molto più lungo (la date di riferimento sono 2020 e 2050), impegnando in maniera vincolante anche quelle nazioni che non hanno aderito al Protocollo di Kyoto (Stati Uniti) o che sono state esentate dai tagli alle emissioni di gas serra per non frenarne la crescita (Cina, India, Brasile e molti altri ancora).

Di seguito un glossario per orientarsi nei resoconti dalla capitale danese senza smarrirsi nel frequente ricorso a termini tecnici e a riferimenti a circostanze date troppo spesso per scontate.

Cambiamenti climatici
Sono le variazioni a livello globale del clima della Terra rispetto ai valori medi di temperature massima e minima (della superficie e degli oceani), precipitazioni, nuvolosità. Essi sono dovuti a cause naturali e, secondo la grande maggioranza degli scienziati, dall'inizio dell'industrializzazione anche a causa dell'azione dell'uomo. La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici utilizza il termine "mutamenti climatici" solo per riferirsi ai cambiamenti climatici prodotti dall'uomo e quello di variabilità climatica per quello generato da cause naturali.

Temperature
Secondo i dati contenuti nel IV Rapporto dell'Ipcc la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di circa 0,6 °C durante i cento anni dal 1905 al 2005. Le proiezioni degli scienziati prevedono per fine secolo un ulteriore incremento compreso tra 1,1 e 6 gradi centigradi a secondo della variabilità climatica e delle misure di mitigazione intraprese dalla comunità internazionale.

IPCC (International Panel on Climate Change)
E' stato istituito dall'Onu nel 1988 allo scopo di fornire ai governi una valutazione scientifica della letteratura tecnico-scientifica e socio-economica disponibile in materia di cambiamenti climatici, impatti, adattamento, mitigazione. E' un organo intergovernativo (e non di ricerca diretta). Ogni governo ha un suo Focal Point IPCC.

Effetto serra
L'effetto serra è il fenomeno naturale che consente all'atmosfera terrestre di trattenere una parte del calore ricevuto dal sole. A rendere il fenomeno possibile è la presenza nell'atmosfera terrestre dei gas serra. In loro assenza la temperatura superficiale media della Terra sarebbe di circa -18 °C mentre il valore effettivo è di circa +14 °C.

Gas serra
Il vapore acqueo (H2O), l'anidride carbonica (CO2), l'ossido di diazoto (N2O), il metano (CH4) e l'ozono (O3) sono i gas serra principali nell'atmosfera terrestre. L'anidride carbonica (si ritiene incida per circa il 20%) è il gas serra la cui presenza in atmosfera sta aumentando più rapidamente in seguito a diverse attività umane (industria, consumi energetici domestici, trasporti, agricoltura e allevamento, deforestazione).

Tipping points
Sono i punti critici. Riferiti al clima per tipping points si intendono tutte quelle soglie (di temperatura, presenza di CO2 in atmosfera, scioglimento dei ghiacci, acidità degli oceani) che potrebbero innescare cambiamenti repentini e irrimediabili, senza più procedere in maniera lineare (per quanto molti elementi che determinano l'andamento climatico non sono mai del tutto lineari).

PPM
Parti per milione. E' l'unità di misura con cui si descrive la quantità di CO2 presente in atmosfera. Durante l'era preindustriale era inferiore a 300. Attualmente è di 384 ppm. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ipcc per evitare le peggiori conseguenze dei mutamenti climatici bisogna rimanere sotto quota 450, ma un numero sempre maggiore di scienziati ritiene necessario tornare indietro a quota 350.

Carbon sink
Sono le riserve di carbonio, quegli elementi della biosfera in grado di assorbire anidride carbonica. I principali carbon sink presenti sulla Terra sono gli oceani e le foreste.

Mitigazione
Per mitigazione si intendono le misure in grado di ridurre i cambiamenti climatici già innescati dall'uomo ad un livello il più gestibile possibile dalle società. In sostanza tutto ruota attorno al taglio delle emissioni di CO2 e alla creazione/difesa di/dei carbon sink nuovi/esistenti.

Adattamento
Sono le misure adottate per mettere al riparo le società dagli effetti climatici che la mitigazione non riesce ad evitare. Tra gli interventi di adattamento rientrano gli sbarramenti contro l'innalzamento del livello del mare, la sistemazione degli argini dei fiumi in previsione di eventi alluvionali più intensi, nuovi invasi per raccogliere la minore disponibilità idrica, passaggio a colture agricole più adatte alle mutate condizioni climatiche e molti altri ancora.

Protocollo di Kyoto
E' il trattato internazionale per la lotta ai cambiamenti climatici sottoscritto nella città giapponese l'11 dicembre 1997. Le nazioni industrializzate si impegnano a tagliare le emissioni di gas serra, i paesi in via di sviluppo come Cina e India sono esentati.
La quota di riduzione nelle emissioni fissate per l'Unione Europea è del 8% nel 2012 rispetto ai valori del 1990, per il Giappone è del 6%. Per gli Stati Uniti era stato stabilito un taglio del 7%, ma Washington dopo l'adesione dell'amministrazione Clinton successivamente non ha sottoscritto il trattato.

CDM (Clean Development Mechanism)
Consente ai paesi industrializzati di realizzare progetti nei paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas serra per il paese ospite e il riconoscimento di crediti di emissione per la nazione che promuove gli interventi.

JI (Joint Implementation)
Consente ai paesi industrializzati di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra in un altro paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti ottenuti congiuntamente con il paese ospite.

ET (Emissions Trading)
E' il meccanismo che consente a chi non è in regola con i propri obiettivi di riduzione dei gas serra di acquistare sul mercato quote di CO2 tagliata da chi è stato invece particolarmente virtuoso oppure da chi ha ottenuto un pacchetto di crediti per ragioni politiche (molti Stati dell'Est Europa).

ETS (Emissions Trading System)
E' il sistema di scambio dei permessi ad emettere realizzato dall'Unione Europea e al momento l'unico di una certa grandezza ad essere in funzione.

Carbon tax
Con questo termine si intende la possibilità di tassare un prodotto (compresa la corrente elettrica) in base alla quantità di anidride carbonica necessaria alla sua produzione o alla quantità che si produce attraverso il suo consumo (nel caso della benzina ad esempio). La sua funzione può essere rivolta all'interno (scoraggiare il consumo di merce dal forte impatto climatico-ambientale) oppure esterno (colpire le importazioni dai paesi che producono senza vincoli alle proprie emissioni).

Fonte: www.corriere.it

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