{mosimage}Attualmente è nella mani di un nuovo gruppo di ribelli islamici
ZAMBOANGA – Sembrava che la prigionia di Eugenio Vagni fosse finita. In un primo momento si era diffusa la notizia che l'operatore toscano rapito dai ribelli musulmani del gruppo di Abu Sayaf, fosse stato liberato. E invece con il passare delle ore si è capito che era solo stato consegnato ad una nuova banda di ribelli islamici. "Abbiamo avuto notizia che Vagni e' stato lasciato dai suoi sequestratori ad un altro gruppo che si trova nella zona – ha detto il capo della polizia Jesus Verzosa – Vagni e' ancora vivo nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute''. Un
portavoce dell'esercito ha detto che l'esercito è pronto ad un nuovo blitz.
Al momento anche la Farnesina sta verificando le notizie attraverso l'ambasciata a Manila che è in costante contatto con il governo filippino. ''La situazione e' molto fluida, stiamo facendo tutte le verifiche – spiega il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari – Stiamo facendo le nostre verifiche anche perche' sul territorio filippino sono presenti diversi gruppi non facilmente assimilabili ad un'unica logica''.
Era stato il sottosegretario all'Interno di Manila, Brian Yamsuan, a riferire "il sospetto" che l'operatore toscano della Croce Rossa internazionale non sia più nelle mani dei rapitori dopo che i militari che hanno avuto uno scontro a fuoco con i guerriglieri in fuga hanno detto di non averlo visto. Yamsuan ha riferito che è stata anche offerta una ricompensa pari a 8mila euro per chi fornirà informazioni utili alla liberazione dell'ostaggio.
Vagni, originario di Montevarchi, è l'ultimo di tre dipendenti del comitato internazionale della Croce Rossa rapiti sull'isola di Jolo, nel sud delle Filippine, il 15 gennaio scorso all'uscita da una prigione in cui i tre avevano compiuto un sopralluogo nell'ambito di un progetto di ristrutturazione idrica.