L’Aula del Senato ha votato questa mattina contro la convalida dell’elezione di Adriano Cario, ribaltando così la decisione della Giunta delle elezioni. L’Aula – con scrutinio segreto – ha approvato un ordine del giorno a prima firma Malpezzi (Pd) in cui si chiedeva di annullare l’elezione di Cario.
A sostegno dell’odg si sono espressi deputati del Gruppo Misto, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd e Movimento 5 Stelle.
Tutti, al di là del merito dell’esposto di Fabio Porta – candidato Pd che ha presentato ricorso contro l’elezione di Cario di cui prenderà il posto in Senato a quasi 4 anni dal voto del 2018 – hanno evidenziato la necessità, per il Senato, di contrastare qualsiasi ombra di brogli nella sua formazione.
Lo ha fatto il senatore De Falco (Misto), che ha contestato i due punti alla base della decisione della Camera di consiglio della Giunta delle elezioni: il ricorso tardivo di Porta e le poche schede esaminate – la cosiddetta prova di resistenza – sul totale. Poche schede su cui comunque la Giunta, ma anche la Procura di Roma, hanno controvertibilmente accertato la contraffazione.
Si tratta, ha detto Cucca (Iv), di “accertamenti dai segni inequivocabili di brogli”. “Se convalidassimo l’elezione affermeremmo che si possono commettere reati per essere eletti”, ha aggiunto.
Prima firmataria degli ordini del giorno all’esame dell’Aula – il primo respinto, il secondo approvato – Simona Malpezza (Pd) nel suo intervento ha ricordato di essere stata un’italiana all’estero, che, da residente in Germania, la sua parlamentare di riferimento era Laura Garavini – ora senatrice Iv – e che ha la gioia di avere nel gruppo Francesco Giacobbe.
“Questa – ha sottolineato – non è la battaglia di Fabio Porta o del Pd, ma dei cittadini all’estero” che, numerosissimi, “stanno firmando una petizione con cui ci chiedono di valutare con attenzione un voto in cui loro non si riconoscono. I brogli inficiano la speranza degli italiani all’estero di avere rappresentanti in cui si riconoscono. Neanche loro possono permettersi che ci siano ombre e opacità sul loro voto”. Al Senato, la senatrice ha chiesto un “atto di coraggio per fare la cosa giusta”.
Le conclusioni della Camera di Consiglio sono state confutate anche da Gallicchio, senatrice 5 stelle membro della Giunta delle elezioni” che ha prima sostenuto, per il Senato, l’impossibilità “accettare l’ombra dei brogli sulla sua elezione” e poi la necessità di “modificare completamente le modalità di voto all’estero” perché “c’è un grande vulnus, non c’è trasparenza nello spostamento delle schede, né si ha certezza di chi le spedisce e di chi esprime il voto”. “Noi 5 Stelle ci siamo battuti e abbiamo ottenuto il voto elettronico per il voto all’estero”, ha quindi affermato la senatrice, riferendosi presumibilmente alla sperimentazione del voto elettronico per le elezioni dei Comites. Le conclusioni della camera di consiglio, ha concluso, “non sono condivisibili, nè politicamente né giuridicamente”. Al Senato serve un “segnale di dignità” e “annullare l’elezione di Cario”.
Ha votato l’ordine del giorno anche Fratelli d’Italia, come confermato da Balboni, perché “è inaccettabile che rimangano dubbi sulla legittimità dell’elezione di un senatore”. I brogli “sono accertati e clamorosi, frutto di un lavoro di un’associazione a delinquere che voleva inquinare il voto”.
Certo “non sappiamo fino a che punto tale lavoro ha sovvertito l’esito del voto, ma il dubbio è grave e tale da non poter permetterci di convalidare l’elezione di un senatore su cui incombe tale sospetto”.
Di caso “molto allarmante” ha parlato Rossomando, senatrice Pd e membro della Giunta. Tre i punti evidenziati: “nessuno ha messo in dubbio la contraffazione delle schede, il dato è oggettivo; non è obiettabile il metodo delle analisi a campione, che è prassi consolidata e stabilita dal regolamento del Senato; infine, il campione è attendibile, perché le schede provengono da sezioni territoriali, ma raggruppate in sezioni artificiosamente nominate in Italia” come prevede lo scrutinio dei voti dell’estero. Dunque “il campione è particolarmente attendibile”, ha ribadito Rossomando, che ha ricordato come Procura di Roma e Comitato ristretto della Giunta abbiano analizzato schede diverse. “A noi spetta difendere la dignità e l’onore di quest’Aula”.
Dello stesso avviso, Laura Garavini – senatrice di Italia Viva eletta in Europa – secondo cui, con il voto, decidiamo “se vogliamo essere per la legalità o no”.
Infine, è intervenuto Adriano Cario che si è detto “tranquillo, perché estraneo a qualsiasi ipotesi di brogli”. La sua elezione, ha aggiunto, viene contestata “sulla base di una perizia che arriva dopo 4 anni, senza che ci sia stata né imputazione né un avviso di garanzia” in tutto questo tempo; una perizia “senza contraddittorio” e “svolta su pochissime schede”, così come su “poche schede sono stati svolti gli accertamenti della Giunta”.
“Non è possibile disporre la mia decadenza su medie proporzionali” fatte sui risultati di queste perizie, fatte – ha ribadito – “su poche decine di schede di tre sezioni su più di 100”. Inoltre, “sottraendo le schede non valide, la differenza di voti a mio favore mi vede avanti di migliaia di voti”. Alla Giunta Cario chiede di “verificare tutte le schede”.
Quindi, trattenendo a stento l’emozione, ha concluso: “spero di aver dimostrato la mia passione civile ereditata da mio padre, primo editore italiano in Sud America”.
Aperto il voto sugli ordini del giorno – a scrutinio segreto – l’Aula ha respinto il primo e approvato il secondo che chiedeva di annullare l’elezione di Cario.
La presidente Casellati, come da regolamento, ha quindi invitato la Giunta a “riunirsi per gli adempimenti conseguenti”. (aise)