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Afghanistan: Draghi alla riunione straordinaria del G7

25 de agosto de 2021 - Por Comunità Italiana
Afghanistan: Draghi alla riunione straordinaria del G7

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato in videoconferenza alla riunione straordinaria del G7 ieri pomeriggio. L’evoluzione della situazione in Afghanistan, gli aiuti umanitari, la gestione dei migranti e la lotta al terrorismo sono stati i punti al centro del suo intervento, in cui ha ringraziato “tutti coloro che stanno contribuendo ad assicurare il buon esito delle operazioni di evacuazione a Kabul, in particolare l’esercito americano, britannico e tedesco”.

L’obiettivo, ha detto Draghi, è riuscire a concludere in sicurezza queste operazioni entro fine agosto. Il Presidente del Consiglio, in merito, ha sottolineato la necessità di “mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro. Inoltre, dobbiamo assicurare – sin da subito – che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all’Afghanistan anche dopo questa scadenza”.

Draghi ha quindi rivolto un appello ai leader del G7: “l’Italia reindirizzerà le risorse che erano destinate alle forze militari afghane verso gli aiuti umanitari. Chiedo a tutti voi di unirvi a questo impegno, compatibilmente con la situazione dei vostri Paesi”.

Sul tema immigrazione, “saremo in grado di avere un approccio coordinato e comune? Finora – ha osservato Draghi – sia a livello europeo, sia internazionale, non si è stati in grado di farlo. Dobbiamo compiere sforzi enormi su questo”.

Per quanto riguarda la lotta al terrorismo “la nostra cooperazione è essenziale ed è cruciale agire in modo unitario. È fondamentale anche utilizzare tutte le leve diplomatiche e finanziarie a nostra disposizione”.

“Per raggiungere tutti questi obiettivi – ha concluso Draghi – credo che il G7 debba mostrarsi unito anche nell’aprire relazioni con altri Paesi. In questo, il G20 può aiutare il G7 nel coinvolgimento di altri Paesi che sono molto importanti perché hanno la possibilità di controllare ciò che accade in Afghanistan: la Russia, la Cina, l’Arabia Saudita, la Turchia e l’India”.

A margine dei lavori, è stata approvata una dichiarazione congiunta in cui i Paesi G7, insieme a Onu e Nato riaffermano “l’impegno nei confronti del popolo afghano”, esprimono “grave preoccupazione” per la situazione del Paese e chiedono “calma e moderazione” sia “per garantire la sicurezza” sia degli afghani che dei cittadini stranieri che per “evitare una crisi umanitaria”.

“Chiediamo il rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale sui diritti umani, compresi i diritti delle donne, delle ragazze e dei gruppi minoritari, e che il diritto umanitario internazionale sia rispettato in tutte le circostanze”, si legge ancora nel comunicato congiunto.

Il popolo afghano “merita di vivere in dignità, pace e sicurezza”, alla luce delle “sue conquiste politiche, economiche e sociali, in particolare per le donne e le ragazze, conseguite negli ultimi due decenni”. L’Afghanistan “non deve mai più diventare un rifugio sicuro per il terrorismo, né una fonte di attacchi terroristici contro altri Paesi. Lavorando con i partner, in particolare con gli alleati della NATO, continueremo a combattere il terrorismo con determinazione”.

Secondo i Paesi G7, “qualsiasi futuro governo afghano deve aderire agli obblighi internazionali e all’impegno dell’Afghanistan contro il terrorismo; salvaguardare i diritti umani di tutti gli afghani, in particolare donne, bambini e minoranze etniche e religiose; sostenere lo stato di diritto; consentire l’accesso umanitario senza ostacoli e in modo incondizionato; e contrastare efficacemente il traffico di esseri umani e di droga. Chiediamo a tutte le parti in Afghanistan di lavorare in buona fede per stabilire un governo inclusivo e rappresentativo, anche con la partecipazione significativa di donne e gruppi minoritari”.

Nella nota si assicura anche “un rinnovato impegno umanitario da parte della comunità internazionale”. A tal fine, “sosteniamo le Nazioni Unite che coordineranno l’immediata risposta umanitaria internazionale nella regione, a cominciare dall’accesso umanitario senza restrizioni in Afghanistan, e contribuiremo collettivamente a tale risposta”. Inoltre, “coopereremo insieme ai paesi vicini e ad altri della regione per sostenere i rifugiati afghani e le comunità di accoglienza. Chiediamo a tutti i partner dell’Afghanistan di sostenere questo sforzo”.

Il G7 ribadisce, quindi, che la “priorità immediata” è quella di “garantire l’evacuazione sicura dei nostri cittadini e di quegli afghani che hanno collaborato con noi e aiutato i nostri sforzi negli ultimi vent’anni”.

“Lavoreremo insieme, sia con i nostri alleati e con gli altri paesi della regione, attraverso le Nazioni Unite, e con il G20, per riunire la comunità internazionale per affrontare le questioni critiche che l’Afghanistan deve affrontare”, si legge ancora nella nota. Nel frattempo “giudicheremo i partiti afghani dalle loro azioni, non dalle loro parole. In particolare, riaffermiamo che i talebani saranno ritenuti responsabili delle loro azioni in materia di prevenzione del terrorismo, sui diritti umani, in particolare di donne, ragazze e minoranze, e sul perseguimento di una soluzione politica inclusiva in Afghanistan. La legittimità di qualsiasi futuro governo – conclude il G7 – dipende dall’approccio che adotta ora per sostenere i suoi obblighi e gli impegni internazionali per garantire stabilità al Paese”.

Afghanistan: prosegue il ponte aereo con l’Italia

Sono 3744 i cittadini afghani evacuati dal Paese asiatico dall’inizio dell’operazione Aquila Omnia. Lunedì 488 persone sono state evacuate da Kabul a bordo dei C130-J dell’Aeronautica Militare. Ieri, invece, sono giunti a Fiumicino due KC-767, 1 Boeing-737 e 1 C-27 con a bordo i cittadini afghani.

Ne dà notizia il Ministero della Difesa. Dal giugno scorso, quando con l’operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono 3744 i cittadini afghani messi in sicurezza, 2662 (di cui 828 donne e 901 bambini) quelli già giunti in Italia negli ultimi 10 giorni e circa 800 quelli all’interno dell’aeroporto di Kabul in attesa di partire.

La Difesa ha messo in campo per l’operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze), comandato dal Generale Luciano Portolano, 8 aerei, 4 KC-767 che si alternano tra l’area di operazione e l’Italia e 4 C130-J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul.

Sono oltre 1500 i militari italiani del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) impegnati su disposizione del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in questa complessa operazione per il ponte aereo Roma-Kabul.

Dal Governo il piano di vaccinazione per i cittadini afghani trasferiti in Italia

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dato mandato al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Generale Francesco Paolo Figliuolo, di elaborare un piano per assicurare la vaccinazione di tutti i cittadini afgani evacuati dal Paese asiatico e trasferiti sul suolo italiano in questi ultimi giorni.

Ne dà notizia Palazzo Chigi in una nota in cui chiarisce che il piano verrà eseguito immediatamente dopo le procedure di registrazione e sanitarie.

La somministrazione delle dosi sarà su base volontaria e verrà svolta presso i luoghi di destinazione che ospiteranno temporaneamente i profughi in accordo con le Regioni interessate. (aise) 

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