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Storia in numeri della regina delle prove di ciclismo: la corsa in linea Elite

22 de setembro de 2017 - Por Fernanda Queiroz
Storia in numeri della regina delle prove di ciclismo: la corsa in linea Elite

 

Archiviata la Vuelta e le prime prove dei Mondiali 2017 a Bergen, la stagione ciclistica volge al termine focalizzando i riflettori sulla settimana del Mondiale su strada, in particolare sulla prova regina, la corsa in linea Elite. Sabato è il turno delle donne mentre domenica tocca ai colleghi uomini. Quest’anno la sede del mondiale è Bergen, in Norvegia, che prevede – sulla falsariga delle ultime due edizioni – un percorso piuttosto semplice con una sola salita di un certo rilievo (Salmon Hill) di appena 1,5 km, posta a metà del circuito.

Lo strappetto di Salmon Hill è lungo 1,5 km e ha una pendenza media del 6,4%. Le incognite che potranno rendere dura la corsa sono legate al meteo: il vento, soprattutto nella parte di percorso esposta alla costa, e la pioggia potrebbero scombinare i piani di chi punta alla volata di gruppo, magari favorendo i tentativi di fuga o rendendo difficilissima proprio la volata. Sia la corsa in linea femminile sia quella maschile si terranno su questo circuito:

le donne lo percorreranno 8 volte per un totale di 152,8 km di gara;
gli uomini invece lo percorreranno 11 volte, ma la loro prova prevede una sorta di prologo di spostamento per arrivare al circuito di 39,5 km.

La storia: dominio belga-olandese e italiano

Paesi Bassi, Belgio, Italia e Francia sono le quattro nazioni più medagliate nella storia dei campionati del mondo su strada in linea di ciclismo nella categoria elite.

L’UCI organizza la competizione in linea femminile solamente dal 1958 (quasi 30 anni dopo la prima edizione maschile). Nel medagliere spiccano le 28 medaglie dei Paesi Bassi, di cui 8 vinte dalla sola Marianne Vos: 3 ori e 6 argenti, di cui per altro 5 consecutivi. sono 20 le medaglie azzurre, che fanno dell’Italia la terza nazione per numero totale di podi. Negli ultimi 10 anni le italiane hanno vinto 4 ori, per poi però “bloccarsi” dal 2011: dopo sono arrivati due bronzi nel 2012 e nel 2013. La nazione con più ori è la Francia, a quota 10. Le transalpine però sono indietro in termini di medaglie totali: pochi i piazzamenti sul podio, solo 5 argenti e 2 bronzi. Bene anche la Russia, seconda forza in termini di medaglie totali: 21, di cui 3 ori, 7 argenti e 11 bronzi.

Il Mondiale maschile in linea si disputa dal 1927. L’Italia è la nazione con più medaglie fra gli uomini: 55 in totale, 6 in più del Belgio che però fa meglio di noi in termini di soli ori (26-19). Terza forza è la Francia, che però è ben staccata dal Belgio in termine di vittorie e dall’Italia in termini di medaglie complessive. Fra i plurivincitori del Mondiale in linea uomini spiccano i 3 titoli mondiali di Alfredo Binda, dei belgi Eddy Merckx e Rik Van Steenbergen e dello spagnolo Óscar Freire.

La corsa femminile: speranze italiane

La compagine femminile italiana si presenta a Bergen con grandi aspettative e consapevole di essere una delle squadre favorite in questa prova iridata. Le chiavi della squadra saranno affidate ad Elisa Longo Borghini: la piemontese, classe 1991, quest’anno ha già vinto le Strade Bianche e i campionati italiani, sia in linea sia a cronometro.

Sarà affiancata dalla due volte campionessa del mondo Giorgia Bronzini – lei stessa pronta a giocare le sue carte in caso di arrivo in volata di gruppo – e dalla giovane Elisa Balsamo, iridata lo scorso anno tra le juniores.




Le azzurre però dovranno confrontarsi con delle avversarie esperte, molto motivate e vincenti. La nazionale dei Paesi Bassi è altrettanto carica di aspettative, riposte soprattutto nella campionessa olimpica in carica Anna van der Breggen, che quest’anno ha messo nel suo palmarès gare quali la Amstel Gold Race, la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi e anche il Giro d’Italia.

Olandese anche Marianne Vos, tre volte campionessa del mondo. Dopo due anni opachi a causa di infortuni è tornata a vincere questa estate imponendosi nel Campionato Europeo.

La Svezia si affida all’esperienza di Emma Johansson, atleta abbonata al podio mondiale, che però non è mai riuscita a raggiungere l’oro. Gli addetti ai lavori vedono tra le favorite anche la polacca Katarzyna Niewiadoma, classe 1994, campionessa europea in linea Under 23 nel 2015 e nel 2016, argento invece fra le elite sempre nel 2016, battuta soltanto da van der Breggen in volata. Chances anche per l’americana Megan Guarnier, vincitrice del Giro d’Italia 2016.

La corsa maschile: caccia a Sagan

Fra gli uomini il favorito numero uno sarà ancora una volta Peter Sagan, due volte campione del mondo nel 2015 a Richmond (USA) e nel 2016 a Doha. Sagan in gare come questa sa essere estremamente competitivo e da quest’anno può contare finalmente su una squadra composta da sei elementi e non due come gli anni passati: questo per via del miglioramento nel ranking mondiale della Slovacchia, reso possibile proprio dai titoli mondiali vinti da Sagan.

Il Belgio si affida a Greg Van Avermaet, grande avversario di Sagan negli ultimi anni, con una formazione pronta come a Doha l’anno scorso a stravolgere la corsa approfittando di eventuali situazioni meteo estreme. La Francia rinuncia ai velocisti puri Arnaud Demare e Nacer Bouhanni e punta tutto su Julian Alaphilippe, uomo da classiche con lo spunto veloce che a molti ricorda l’italiano Paolo Bettini, campione olimpico nel 2004 e due volte iridato nel 2006 e nel 2007.

Australia unita intorno a Michael Matthews quest’anno vincitore della maglia verde al Tour e secondo a Doha lo scorso anno. Attenzione anche alla Colombia e alla sua punta di diamante Fernando Gaviria, 23 anni, maglia ciclamino al Giro del Centenario, talento unico in volata: se il mondiale dovesse decidersi in questa maniera il colombiano potrebbe essere uno dei favoriti, vista anche l’assenza di colleghi velocisti come i tedeschi Greipel e Kittel.

Molto agguerriti anche i padroni di casa della Norvegia che presentano una squadra a due punte con Edvald Boasson Hagen e Alexander Kristoff, campione d’Europa a luglio davanti al nostro Elia Viviani in un arrivo al fotofinish al limite del regolamento. La convivenza tra i due norvegesi non è mai stata idilliaca, ma un po’ di ragion di stato potrebbe riportare un mondiale tra i fiordi, che manca dal 2010 quando vinse Thor Hushovd. Altro nome interessante è quello dell polacco Michał Kwiatkowski, già iridato nel 2014, che quest’anno a portato a casa la Milano-Sanremo e ha fatto un grandissimo Tour al servizio di Chris Froome. Outsider italiani Infine gli azzurri. A disposizione del Commissario Tecnico Davide Cassani c’è una squadra completa e con corridori che hanno raggiunto una buona maturità internazionale. Al momento gli addetti ai lavori non vedono gli italiani tra i favoritissimi, ma ci sono sicuramente degli outsider da tenere d’occhio, tra cui Sonny Colbrelli, Elia Viviani e Matteo Trentin.

Viviani è quello che dei tre ha vinto di più nel 2017 (9 vittorie e un oro sfiorato all’Europeo), ma c’è chi vede in Colbrelli l’alfiere azzurro per Bergen, in particolare se le condizioni meteo diventeranno proibitive: in situazioni del genere Colbrelli sa essere molto a suo agio. Dal canto suo Matteo Trentin è in un grande stato di forma, sottolineato dalla vittoria di 4 tappe alla Vuelta Espana e dalla recente vittoria alla Primus Classic Impanis – Van Petegem. L’obiettivo minimo della Nazionale di Cassani è la conquista di una medaglia che manca dalla doppietta di Varese 2008 quando Alessandro Ballan arrivò da solo al traguardo e Damiano Cunego vinse la volata del gruppo aggiudicandosi l’argento. (agi)

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