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Il business mancato degli italiani: affittare casa agli universitari

29 de junho de 2017 - Por Marysangela Martins
Il business mancato degli italiani: affittare casa agli universitari

I proprietari di casa che non affittano l’appartamento agli studenti universitari, preferendo magari lasciarli vuoti, perdono una grande occasione. Lo assicura una ricerca di Uniplaces, leader del settore, secondo cui questo tipo di affitto genera ogni mese 47 milioni di euro solo a Roma e 30 milioni a Milano. E sono proprio queste due città quelle in cui, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, si concentrano la maggior parte delle case sfitte, che in totale, in Italia, ammontano a 5 milioni e 700mila. Si tratta di “un patrimonio immobiliare immenso, che rimane tuttavia improduttivo”, spiega Uniplaces .

Perché affittare agli studenti

“Pur non essendoci incentivi ad hoc, affittare a studenti – soprattutto stranieri e in Erasmus –  è una scelta sicura e intelligente per chi ha una seconda casa che vuole mettere a frutto”, spiega all’Agi Giampiero Marinò, Country Manager di Uniplaces per l’Italia. “Si tratta di affittuari affidabili, che pagano puntualmente e con costanza perché di norma sono supportati economicamente dai genitori”. Ma non solo: “Ci troviamo di fronte a una situazione di permanenza a sei mesi, con morosità zero. Chi viene in Italia per poco tempo, inoltre, è disposto anche a spendere 100 euro in più per regalarsi un’esperienza più bella. Per questo affittare a studenti di passaggio è una formula preferibile a un classico 4+4”.

Perché così tante case sfitte

La capitale è la città con il più alto numero di alloggi sfitti tra le principali metropoli italiane: sono infatti più di 111 mila gli appartamenti inutilizzati. Segue Milano con 67mila alloggi non utilizzati. Ma perché? “Le aree con una maggiore percentuale di immobili sfitti sono quelle del centro storico – continua Marinò – Sia a Milano che a Roma. In emtrambi i casi si registra un andamento molto positivo del mercato della fascia alta/lusso. Mentre quella media – soprattutto a Milano – è ferma perché gli immobili sono da ristutturare, messi male ma la richiesta di prezzo è alta perché si trovano in zona centrale. Nessuna giovane coppia con stipendi medi può quindi permettersi di acquistare una casa in centro. Il risultato è che il mercato è fermo e gli immobili, nelle mani delle agenzie, restano sfitti e chiusi in attesa dell’occasione. Intanto i padroni di casa continuano a pagare Imu e tasse senza alcuna entrata”.  Un vero peccato se si considera che, secondo quanto emerge dai dati del portale Uniplaces, “una delle aree con la maggiore concentrazione di case inutilizzate (i rioni del centro storico) sia anche una zona particolarmente ricercata dagli studenti che cercano casa in città – un aspetto che renderebbe ancora più facile l’incontro tra domanda e offerta”.

480mila universitari fuori regione

Ma quanti sono i possibili affittuari? In Italia sono circa 388mila gli studenti che frequentano università fuori dalla propria regione d’origine, ai quali si aggiungono oltre 74 mila studenti stranieri iscritti alle università italiane e 20 mila studenti Erasmus che ogni anno scelgono l’Italia per effettuare periodi di scambio. Si parla quindi di oltre 480 mila persone complessive che, ogni anno, cercano una sistemazione nelle città italiane.In particolare, gli studenti italiani fuorisede che ogni anno arrivano a Roma sono oltre 75 mila, ai quali si aggiungono circa 9.800 studenti stranieri e più di 2.600 studenti Erasmus. Milano, invece, conta circa 44 mila fuorisede, oltre 12 mila studenti stranieri iscritti e quasi 2.500 studenti Erasmus.

Quando muoversi

Per i proprietari di casa che volessero entrare in questo promettente mercato, è questo il periodo più adatto per muoversi: molti studenti cominciano infatti a cercare casa nel periodo estivo, ben sapendo che la concorrenza per aggiudicarsi le sistemazioni migliori è decisamente agguerrita. La pensa così anche Marinò: “Gli studenti, sia universitari che neodiplomati prossimi all’immatricolazione in università, non hanno corsi a luglio e agosto e utilizzano questo momento di tranquillità per cercare una buona sistemazione in vista dell’anno accademico successivo. In molte università i corsi cominciano già ai primi di settembre, per cui i giochi si fanno entro la fine di agosto”. (AGI)

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